Non sto piangendo... sono solo allergica alla tristezza

mercoledì 22 dicembre 2010

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Sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille ,sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille ,sono un'imbecille, sono un'imbecille, sono un'imbecille...

oh si, dimenticavo... sono un'imbecille.

venerdì 17 dicembre 2010

...quando l'uomo con la pistola incontra l'uomo con la biro l'uomo con la pistola è un uomo morto...

E' un po' che non scrivo un post di attualità nazionale... forse su questo blog non ho ancora avuto occasione di scriverlo, vuoi per pigrizia vuoi perché niente ha stuzzicato tanto la mia mente da "obbligarmi" a scrivere qualcosa.
Però in questa settimana qualcosa è successo. Certo, non penso di dovervelo dire io... Si è votata la mozione di sfiducia verso il Presidente del Consiglio (l'aggettivo nostro, vista la situazione, mi sembrava un po' fuoriluogo), sfiducia che non ha ottenuto grazie a tre voti più o meno comprati. E questo ha scatenato l'ira della gente e degli studenti che erano a Roma a manifestare, sfociando in violenza e arresti.

Ma non è questo ciò di cui ho voglia di parlare, ma di qualcosa di strettamente collegato. Ovvero la lettera aperta che Roberto Saviano ha rivolto a questi studenti, pubblicata su La Repubblica del 16 Dicembre, con le rispettive reazioni.
Premesso che vedo in Saviano un possibile salvatore della patria, o quantomeno un uomo con le palle che ha avuto il coraggio di denunciare, a scapito della sua vita (non è morto, vero, ma a 31 anni essere sotto scorta non può essere definito "vivere"), che amo molto il suo modo di scrivere e il suo modo di raccontare, amo la passione che ci mette e la voglia che ha di raccontare nonostante tutto (perché come dice Benigni "quando l'uomo con la pistola incontra l'uomo con la biro l'uomo con la pistola è un uomo morto").

Ma quello che voglio scrivere qui non è più di tanto influenzato da tutto questo. Avrei riflettuto e scritto questo post anche se l'autore della lettera fosse stato qualcun altro.

Saviano ha scritto la lettera che credo molti di noi avrebbero potuto e voluto scrivere. Ha ribadito che la violenza, sebbene dovuta a una più che giustificabile esasperazione, in questo non serve a nulla, perché verrà solo ed esclusivamente strumentalizzata. Ha scritto che non è lanciando sanpietrini o bruciando camionette che sono lì apposta per essere bruciate che si riesciurà a liberarsi di questo governo e delle sue ingiustizie. Ha scritto che i Book Block, idea geniale nata da universitari altrettanto geniali, avrebbero avuto molto più successo dei Black Block che invece hanno devastato la città.

Io sono tendenzialmente d'accordo. Ok, una rivoluzione forse è l'unica via, va fatta ed è proprio dai giovani che deve partire, prima che sia troppo tardi e che questo governo e questo presidente ci trascinino sempre più giù in questo baratro di fallimento e vergogna, in cui siam già dentro da un po'.
Ma che la violenza indiscriminata, contro tutto e tutti, sia la giusta via, beh, sono molto meno convinta. In passato forse era l'unico modo per farsi sentire. Nel 2010, non dovrebbe più esserlo. (anche perché, cazzo, si sa benissimo che la violenza verrà strumentalizzata)

Le risposte a Saviano sono arrivate quasi immediatamente. Qualunquismo, è una delle prime critiche che gli è stata fatta. Saviano ha scritto solo banalità. Vero e indiscutibile. Ma forse a volte, è proprio delle banalità che ci dimentichiamo.

Ce n'è però una in particolare che mi ha lasciato più perplessa delle altre (e che mi ha quindi spinto a scrivere questo post).
"Tu non sei uno studente e non capisci".
Questa frase, per me, racchiude in sè tutto il possibile fallimento di questa battaglia contro il governo. Non devono essere solo gli studenti a capire. Tutti devono poter sentire loro questa battaglia, questa protesta. E tutti sono in grado di capire quanto esasperante è non essere ascoltati quando si usano le buone maniere. Tutti sono in grado di capire che quello che sta facendo sto governo sta rovinando l'Italia, che in Parlamento l'altro giorno è stata fatta una cosa vergognosa e senza senso. Tutti sono in grado di capire che contro tutto questo si deve protestare e ci si deve ribellare.
Lo capisco io, che ho smesso di essere studente l'anno scorso e che ora ho un contratto a progetto senza contributi nè mutua, io che due anni fa sono andata a manifestare con i miei compagni di corso e di università contro il decreto Gelmini, sebbene mi mancassero due esami alla laurea. Lo capisce il trentenne precario, che fatica ad arrivare a fine mese. L'operario in cassa un giorno si e l'altro pure. Il pensionato che non vede prospettive per i suoi figli e i suoi nipoti. Lo capisce chiunque.

Quindi, cos'è che non capisce Saviano? La violenza? L'andare con i caschi e il viso coperto? Il lanciare sanpietrini contro le vetrine e contro i passanti? Beh, non lo capisco nemmeno io se devo essere sincera. Se io credo nelle mie idee, se sono disposta a tutto pur di difenderle e sostenerle, non mi copro il viso per farlo.

Probabilmente sembrerà che critico senza sapere, che difendo il governo, che difendo il lavoro dei poliziotti... ma so che chi mi conosce sa benissimo cosa penso su Silvio, su questo governo e sul modo in cui ci sta riducendo. Chi mi conosce sa anche che ho una visione tendenzialmente utopistica e troppo buonista della vita. Sa quanto mi piacerebbe che la parola, il pensiero, fosse più forte di qualunque pugno o di qualunque sanpietrino lanciato (e il fatto che la destra non sappia mai ribattere a critiche fondate ed esposte senza violenza ma con fatti, forse forse è una prova che la parola potrebbe veramente funzionare).

So benissimo che a volte, presi dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla disperazione, si reagisce senza pensare, che ci sono scatti e impulsi che non sempre si possono controllare... e che possono magari dare qualche soddisfazione per un momento.
Ma dopo che ho preso a pugni una persona, questa non cambierà le sue idee, non ascolterà più le mie ragioni. Si ricorderà solo ed esclusivamente il pugno che gli ho dato.


Può darsi abbia scritto un sacco di cazzate.

mercoledì 8 dicembre 2010

lunedì 6 dicembre 2010

sadness...

Avete presente quelle giornate di merda, che iniziano male e finiscono peggio? Ecco, oggi è una di quelle... ma è iniziata già ieri in realtà e si sta protraendo fin troppo a lungo... (potrei andare a dormire e svegliarmi tra una settimana... magari funziona!).

E' che sono proprio giù... Non c'è niente di peggio di quel senso di impotenza che si prova quando non si riesce a capire cosa vuole una persona che abbiamo accanto e a cui teniamo un sacco. Quel senso di impotenza che deriva dalla consapevolezza che non si può convincere una persona ad essere come tu vorresti che fosse con te, a volerti lo stesso bene che gli vuoi tu e a decidere che sei la persona per cui varrebbe la pena cambiare qualcosa della sua vita. Sarebbe bello, ma non si può... perché poi a un certo punto ti si rivolterebbe tutto contro... e quindi forse è meglio fermarsi prima che sia troppo tardi, prima che faccia veramente ma veramente troppo male (temo di esserci già comunque).

E' che sentire un tuo amico che ti dice che lo stai facendo incazzare perché ti stai lasciando far prendere in giro fa uno strano effetto... sentirsi dire che lo fa incazzare vedere come ti stai mancando di rispetto per qualcosa/qualcuno a cui forse non importa così tanto... beh fa riflettere... (in realtà ci stavo già riflettendo prima, ma sentirselo dire da qualcuno che di solito non si espone così tanto colpisce molto di più).

E' che a volte il cuore batte talmente forte che la testa non riesce più a ragionare disturbata dal rumore. A volte il bisogno di avere qualcuno vicino è talmente tanto angosciante da toglierti il respiro e impedirti di riflettere bene.
A volte ci si innamora e basta, di qualcuno che non è innamorato di te e si fa una fatica incredibile ad ammetterlo e a rendersene conto, perché alcuni fantastici momenti passati insieme offuscano tutto il resto, al punto di farti calpestare senza nemmeno accorgertene.

Una parte di me sta ancora sperando che non sia così, che possa ancora cambiare tutto, che dietro a tutto questo ci sia solo paura e insicurezza.
Un'altra si sta rassegnando, per cercare , per quanto possibile ormai, di limitare i danni...

E a questo si aggiunge il mio capo che non ha dato l'unica settimana di ferie che ho chiesto da quando sono lì... quindi, il 27 e 28 dicembre si lavora...

giovedì 2 dicembre 2010

...

Eppure dovrei essere felice...
Ma forse non mi sono ancora bene resa conto. Forse finchè la cosa non si roda un po' non riuscirò nemmeno a capire bene cosa sta succedendo. Forse mi aspettavo qualcosa di più oggi.
O forse ho solo paura.